Un
viaggio in Norvegia, di solito, ha come meta, o il classico capo Nord, o gli
ancor più classici fiordi; il nostro, pur essendo arrivati a poche decine di km
dal mitico Capo, pur avendo attraversato più di un fiordo, aveva un’altra
meta: le balene; la “caccia” alle balene nel mare del Nord con una baleniera
norvegese. Questo
viaggio, se pur organizzato in due giorni – ho dovuto farmi prestare le
cartine da un amico, perchè è mancato il tempo di andarle a comprare – e
costruito giorno per giorno, grazie ad una guida Routard, acquistata il giorno
prima di partire, e ad alcuni articoli della rivista PleinAir, aveva una meta
ben precisa, sedimentata nel mio immaginario da anni: le isole Vesteralen da cui
si parte per andare a “caccia” di balene.
La mattina dopo, riposati, riprendiamo la E6, che inizialmente è una
buona autostrada, ma che, passato Goteborg diventa una normale strada a doppio
senso. Ci fermiamo in campeggio nei dintorni di Tanum, in un tratto di costa
molto interessante da un punto di vista naturalistico. Bisognerà tornarci per
apprezzarlo con più calma. E finalmente si entra in Norvegia: lo si capisce
dalla segnaletica stradale! Per il resto non c’e dogana e il
paesaggio, con fitti boschi di conifere alternati a pascoli non cambia. Restiamo
sulla E6, che attraverso tutta la Norvegia, raggiunge Capo Nord, evitiamo Oslo
passando sulla tangenziale (a pagamento), e ci dirigiamo verso Lillehammer.
Nell’altro senso di marcia una coda ininterrotta di auto e caravan: è il 31
luglio e si concludono le ferie dei norvegesi per i quali il mese più adatto
alle vacanze estive è luglio. Lillehammer, sulle sponde del lago Mosja, è una
cittadina caratteristica, ma sicuramente più vocata alle vacanze e agli sport
invernali; c’è in paese un ottimo campeggio, ben attrezzato, anche se un
po’ affollato. Ci fermiamo per una sera e dopo una passeggiata in città,
andiamo a fare la prima spesa norvegese in un supermercato dove abbiamo un
brusco impatto con i prezzi decisamente più alti dei nostri. La mattina
successiva si riparte diretti verso nord. La strada, la E6, diventa più
stretta, in alcune zone è tortuosa, ma il traffico è poco, e quindi il
viaggio, sia pur rallentato, è scorrevole; si trovano parecchie aree di sosta,
ampie e attrezzate con informazioni turistiche e con servizi. Dopo il bivio di
Dombas si attraversa una zona
particolarmente interessante: il Dovrefjell Natural Park. Quest’area è
caratterizzata da un altopiano molto isolato e selvaggio, dove vivono gli ultimi
esemplari di bue muschiato. Ricorda in alcuni tratti le Higlands scozzesi.
Passiamo Trondheim dopo aver pagato il solito pedaggio previsto sulle
circonvallazioni delle grandi città e ci fermiamo nel primo campeggio indicato
appena fuori dalla E6. E’ appena piovuto e il terreno è molto fangoso, ma
intendiamo fermarci solo per la notte: siamo rimasti indecisi se fermarci in una
piazzola lungo la E6, ma i cartelli vietano la sosta notturna e quindi abbiamo
scelto di andare in campeggio. Ci accorgeremo che il divieto non viene
rispettato. Infatti numerosi equipaggi, anche Norvegesi utilizzano queste aree
per fermarsi la notte, anche se in maniera discreta e senza formare grossi
assembramenti di veicoli.
Steinkjer rappresenta una tappa per fare un po' di spesa (gli spazi di
parcheggio sono sempre molto ampi); girelliamo per un po’ in un centro
commerciale alla ricerca di un paio di pantaloni lunghi per me. Ne ho un solo
paio e tutti gli shorts che ho portato rimarranno nell’armadio fino al ritorno
nella “calda” Svezia…….Scopriamo che oltre agli alimentari e alla
benzina, anche l’abbigliamento è carissimo. Mi sa che dovrò aspettare i
saldi che qui iniziano a ferragosto!
La
E6 da Steinkjer a Grong attraversa un territorio molto vario: fiumi, laghi,
boschi di conifere si intervallano a zone coltivate e a immensi pascoli con
piccole fattorie rosse o color ocra. A Grong ci fermiamo a visitare (a
pagamento) una scala per i salmoni. Di salmoni neanche l’ombra,
ma il paesaggio è fantastico e il museo interessante e ci passiamo mezzo
pomeriggio.
Ci
fermiamo poi per la notte prima di Mosjoen in un area di sosta dove ci sono già
fermi un paio di equipaggi. E’ tardi, ma a mezzanotte c’è ancora luce
sufficiente per leggere e nonostante la lunga sosta a Grong abbiamo rispettato
la nostra tabella di marcia.
Passata Mo I Rana il paesaggio cambia, si sale di quota e le colline
diventano più brulle, la vegetazione è quella tipica della tundra, con bassi
cespugli piegati dal vento. L’avvicinarsi alla linea del Circolo Polare
Artico, che dovrebbe essere un confine virtuale è invece un momento
tangibile. Si ritorna alla realtà invece quando si parcheggia sull’ampio
piazzale del museo-negozio che vende a prezzi stratosferici, adesivi,
certificati, cartoline e quant’altro ricordi il mitico attraversamento;
sappiamo tutto di questo mercatino, ma non riusciamo a sottrarci al rito
consumistico dell’acquisto di qualche piccolo souvenir.
Le isole Vesteralen ci accolgono con una leggera pioggerellina,
ma il paesaggio è comunque suggestivo: le nubi basse, il mare grigio, i prati
verdi, le case colorate, i ponti leggeri che uniscono le isole. Ci dirigiamo
verso Sto; le balene si possono avvistare da Sto o da Andenes. Scegliamo Sto
perché sul traghetto troviamo la pubblicità dell’agenzia di Sto che
organizza il tour. Capiremo poi che è una scelta di nessuna importanza perché
anche l’agenzia di Andenes porta nella stessa zona, che evidentemente è
l’unica dove si osservano i capodogli. Il campeggio di Sto è sul mare, come
al solito ben posizionato, economico (circa L.30.000), con buoni servizi.
E’ arrivato il giorno tanto atteso: HVALSAFARI ! Si parte la
mattina presto, dopo una breve, ma interessante spiegazione sulle modalità
della gita e sulla vita dei capodogli. Si sale su una baleniera adattata ai
turisti e il tour dura tutto il giorno. Il biglietto (circa L.75.000) comprende
anche un “light meal”. Capiremo poi che definire in questo modo un brodino
è addirittura riduttivo! Conviene senz’altro portarsi dei panini.
L’avvistamento delle balene è quasi garantito, infatti nel caso non se ne
vedesse si può ritornare il giorno successivo con lo stesso biglietto. Non ce
ne sarà bisogno perché di balene ne vedremo e fotograferemo 5. Il resto della
giornata è un po’ una noia perché si naviga praticamente sempre nella nebbia
su un mare piatto e grigio, ma l’emozione dell’avvistamento dei capodogli
resterà nella memoria.
vengo incuriosito da una stradina verso occidente che sembra porti al mare. Decidiamo
di esplorarla nel pomeriggio e scopriamo la meravigliosa spiaggia di
Aukland: le spiagge sono 2, la prima è quasi privata, perché
all’interno vi sono alcune roulotte fisse con giardinetti recintati, la
seconda pubblica con parcheggio e bagni è difficile descriverla: il mare sembra
la Costa Smeralda, ma è circondato dalle Dolomiti! Il parcheggio la sera si
svuota e dormiremo quasi da soli (c’è un camper dall’altro lato) per due
notti in questo posto fantastico. La
spiaggia di giorno si affolla (per modo di dire…) e scopriremo una
particolarità dei norvegesi; dal finestrino della macchina sembra tutto
normale: gente che gioca a pallavolo, o con i racchettoni, oppure bambini che
fanno costruzioni di sabbia, qualcuno fa il bagno, ma appena scesi è come se
mancasse l’audio……nessuno grida, tutto si svolge in perfetto silenzio! Ci
penseremo noi, soprattutto Alessio a ripristinare il consueto vociare delle
spiagge mediterranee. Per finire la descrizione aggiungo che l’acqua è color
smeraldo, ma la temperatura è da Circolo Polare Artico, il sole è caldo, ma il
termometro segna al massimo 15°. Al termine della spiaggia c’è una galleria,
molto stretta (la percorreremo solo con l’auto), che consente di andare oltre
al promontorio, verso Utakleiv, dove si può vedere il tramonto. Alle 23 !!!
Ripartiamo sempre lungo la E10, attraversando paesaggi fantastici,
anche se la giornata si guasta e quando ci fermiamo nel bel campeggio,
sull’altrettanto bella spiaggia, di Ramberg il cielo sarà
completamente rannuvolato. Anche la gita a Nusfjord, che abbiamo fatto con la
sola auto, lasciando la caravan in campeggio a Ramberg, in quanto la strada è
molto stretta e tortuosa, sarà un po’ disturbata dalla pioggia; ma sarà
l’unica volta che le Lofoten non si mostreranno sotto il sole. Nusfjord è
comunque un posto incantevole; incontriamo un italiano che vive da anni lì
vendendo modesti, ma graziosi gioielli artigianali, ad un prezzo, per noi,
esorbitante. Ci invita comunque per un caffè nella sua bottega e ci regala una
sua cartolina pubblicitaria senza neppure tentare di venderci alcunchè,
convinto, come ci dice, che noi italiani non possiamo permetterci una spesa così
alta……
Torniamo a Moskenes e ci sistemiamo nel campeggio che si fa immediatamente perdonare le scarse indicazioni con un ambiente superbo: praticamente siamo su un balcone a picco sul mare!
Il giorno dopo visitiamo Reine, una cittadina che si vanta di essere addirittura il “villaggio più bello della Norvegia”…chissà? Comunque l’ambientazione, l’equilibrio tra mare e montagna, le “rorbur”, le tipiche case in legno rosse rendono Reine un luogo splendido.
Ma
siamo arrivati al 14 agosto ed è
arrivato il momento di iniziare la strada del ritorno. Ci imbarchiamo sul ferry
per Bodo. La cittadina non offre molto, ma al porto le barche dei pescatori
vendono a buon prezzo gamberetti appena pescati: è un altro “must” se si
vuole soppravvivere in Norvegia senza spendere dei capitali! E poi sono iniziati
i saldi e per sole L.70.000 posso finalmente comprarmi un paio di pantalonacci
che il giorno prima passavano le 150.000 lire! Cerchiamo un posto dove fermarci
senza andare in campeggio, ma pur in assenza di divieti specifici, non troviamo
parcheggi adatti e ci fermiamo al campeggio vicino al museo dell’aeronautica,
solo per la notte. La mattina di ferragosto imbocchiamo la Rv17, la mitica
strada costiera che da Bodo conduce a Steinkjer, dove si ritorna sulla E6 per
Trondheim. Ma fatti pochi km si incontra il Saltstraumen, una stretta gola dove
4 volte al giorno le maree causano un fenomeno impressionante: il mare
improvvisamente si trasforma in un impetuoso torrente. Vicino al ponte, sia
prima che dopo ci sono ampi parcheggi; dalla parte di Bodo, c’è anche un
piccolo museo e comodi servizi. Ci fermiamo per dare un’occhiata e alla fine
ci restiamo tutto il giorno; dagli scogli si pesca benissimo e insieme a
parecchi altri turisti passiamo così la giornata. Il giorno successivo
recuperemo guidando fino a sera: per modo di dire, perché la caratteristica
della Rv17 è di essere interrotta da parecchi traghetti tra una riva e
l’altra dei fiordi (in totale saranno 6 per un costo di circa L.300.000), che
non sono frequenti e capita di aspettare anche un paio di ore; anche qui si
capisce come la natura dei norvegesi sia molto diversa dalla nostra: infatti
nessuno si agita e l’atmosfera è assolutamente rilassata. Anche noi ci
adeguiamo e durante le attese c’è chi va a pescare, chi gioca a carte, chi si
sdraia in roulotte a leggere dopo un buon caffè.
Elverum è invece un paese turistico, con un ottimo campeggio
sul fiume: la specialità locale è la pesca alla trota che però si dimostra
molto meno agevole della pesca al merluzzo alle Lofoten. Infatti i nostri
pescatori torneranno senza alcuna risultato. La pesca nei fiumi in Norvegia
prevede una licenza molto cara, ma è gratuita per i bambini.
Si ritorna sulla E6, più o meno all’altezza di Lillehammer e in
mezza giornata si raggiunge Oslo. Il campeggio di Oslo (vicino a
Holmenkollen) non è una meraviglia, come spesso accade ai campeggi delle grandi
città; servizi poco puliti, presenza di stanziali, terreno fangoso…più caro
della media norvegese. Nei dintorni si può visitare il trampolino per il salto
con gli sci. Interessante e scenografico; dalla cima del trampolino si gode di
un panorama favoloso! La città di Oslo si raggiunge dal camping comodamente in
autobus (biglietto L.5.000); il centro non è grande e si visita tranquillamente
a piedi; la zona dei musei (Kon Tiki – Fram, la nave di Amundsen ecc…),
sulla penisola di Bygdoy è servita da battelli dell’Azienda Municipale di
Trasporto. Da non perdere il Frogner Parken popolato dalle gigantesche e
innumerevoli statue dello scultore Gustav Vigeland.
Ma ormai siamo a casa dopo circa Km 8.000, fiumi, laghi, spiaggie, boschi, balene, città, musei, lunapark, merluzzi, fiordi, ghiacciai, traghetti, piscine……!